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Salute: che cosa vuol dire realmente stare bene?

“La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non semplice assenza di malattia o di infermità” (Organizzazione Mondiale della Sanità).

benessere-obiettivi-relazioni-consapevolezza-autodeterminazione

Nella quotidianità il concetto di salute viene riferito prevalentemente alle condizioni fisiche e viene considerato come l’assenza di deficit o patologie. Tuttavia l’Organizzazione Mondiale della Sanità collega la nozione di salute a quella di benessere, non solo fisico ma anche mentale e sociale.

Spesso i ritmi della vita moderna ci portano a vivere in modo frenetico e ripetitivo, correndo da un progetto all’altro nella speranza di raggiungere un Sé idealizzato. Questi obiettivi però non sempre corrispondono a ciò che realmente desideriamo (per esempio laurearsi in una determinata facoltà per compiacere i genitori, scegliere un lavoro per avere uno specifico ruolo sociale…) o sono un traguardo per noi troppo difficile da raggiungere. Porsi obiettivi non coerenti con le nostre possibilità o non realmente identitari può provocare non solo uno stato di malessere ma una vera e propria condizione depressiva.

In alcuni interessanti esperimenti, Martin Seligman osserva come nelle situazioni in cui sono presenti eventi negativi duraturi che non possono essere controllati, gli animali tendano a comportarsi con la rassegnazione e disperazione tipica di alcune problematiche depressive (questo fenomeno è chiamato impotenza appresa). A partire da queste osservazioni lo psicologo americano notò come la percezione della durata degli eventi (se transitori o permanenti) e di quanto possiamo controllarli sia determinante per i nostri stati d’animo. Infatti, quando possiamo decidere autonomamente il nostro agire (autodeterminazione), se riusciamo a influenzare le situazioni che ci accadono e quando consideriamo gli eventi negativi come provvisori, la percezione di benessere è maggiore.

Stare bene significa pertanto riuscire a sfruttare al meglio le nostre capacità cognitive ed emotive per rispondere agli eventi stressanti della vita quotidiana, prendere decisioni coerenti con la realizzazione di obiettivi identitari e realizzabili, riuscire a instaurare relazioni soddisfacenti con gli altri imparando a risolvere i conflitti in modo positivo. Essere in salute significa quindi avere una migliore qualità della vita. Per il raggiungimento del benessere è importante sviluppare una piena consapevolezza dei propri modi di essere e di agire, delle proprie emozioni, del proprio corpo e delle proprie modalità di relazionarsi con gli altri.

Se pensi di stare bene ma vuoi conoscere meglio i tuoi modi di essere ed emozionarti o se vorresti migliorare qualcosa nella tua vita, puoi lasciare un commento con la tua esperienza o contattarmi al 3357251196 o a info@bertoncinipsicologa.it

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Bibliografia:

-Goldwurm G.F., Colombo F., “Psicologia positiva, applicazioni per il benessere”, Eirckson, 2010

-Selingman M., “Imparare l’ottimismo, come cambiare vita cambiando il pensiero”, Giunti, 2017

Allergie, diete, intolleranze: cambiare regime alimentare influisce sul nostro benessere?

Portai alle labbra un cucchiaino di tè, in cui avevo inzuppato un pezzetto di Madeleine. Ma, nel momento stesso che quel sorso misto a briciole di biscotto toccò il mio palato, trasalii, attento a quanto avveniva in me di straordinario. […] E ad un tratto il ricordo m’è apparso. Quel sapore era quello del pezzetto di Madeleine che la domenica mattina la zia Leonie mi offriva dopo averlo bagnato nel suo infuso di tè.”

[Proust – Alla ricerca del tempo perduto]

Il cibo non è solo nutrizione ma è cultura, spettacolo, ricordi e aggregazione. Per questo motivo, un cambiamento del regime alimentare non è solo una rinuncia a un determinato cibo ma comporta una vera e propria variazione delle dinamiche sociali e del proprio stile di vita.

Queste modifiche possono alterare il senso di stabilità personale cioè destabilizzare, favorendo l’insorgere di emozioni negative come tristezza e frustrazione e l’attuazione di strategie di coping (modalità di fronteggiare gli eventi stressanti) non adattive come evitamento e isolamento. Conseguentemente a ciò vi è una riduzione delle possibilità esistenziali e una diminuzione delle progettualità lavorative, sociali e relazionali (vengono cioè limitate uscite, vacanze, appuntamenti…).

Ne deriva che benessere e qualità della vita della persona con problematiche alimentari e dei famigliari che se ne occupano (in caso di adolescenti e bambini) diminuiscano in special modo nei periodi più prossimi alla diagnosi che spesso risulta di difficile accettazione. Numerosi studi mostrano inoltre come le persone con allergie alimentari abbiano più probabilità di sviluppare stanchezza cronica, ansia e depressione.

È pertanto fondamentale non sottovalutare le patologie legate all’alimentazione e rivolgersi a uno specialista in caso di problematiche psicologiche ad esse correlate.

Se hai dovuto cambiare il tuo regime alimentare e sei in difficoltà, puoi lasciare un commento con la tua esperienza o contattarmi al 3357251196 o a info@bertoncinipsicologa.it

Bibliografia:

– Ferro M. A., Emotional and behavioral problems in adolescents and young adults with food allergy, European Journal of Allergy and Clinical Immunology, 2016

-Polloni L. et al, Coping strategies, alexithymia and anxiety in young patients with food allergy, European Journal of Allergy and Clinical Immunology, 2017

-Siniscalchi M., Fatigue in adult coeliac disease, Alimentary Pharmacology and Terapuetics, 2005

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